giovedì 28 luglio 2011

 

Mondo on line

Internet è davvero sorprendente.
Stanno emergendo persone.
Persone affiorano dal passato, persone che non sento e non vedo da anni, che vivono a migliaia di km di distanza, addirittura in altri continenti. Il web annulla le distanze fisiche e temporali e rende tutto facile, tutto “qui e ora”.
Persone emergono dal presente, da luoghi imprevisti, da connessioni improbabili, dalla grande rete di contatti che si dipana oltre ogni previsione, oltre ogni immaginazione.
Voglio accantonare per un momento tutte le considerazioni che si possono fare sugli aspetti di Ombra della rete, su pericoli, illusioni, e finzioni. Quello che mi resta è soprattutto un grande senso di meraviglia per uno strumento che davvero ha qualcosa di magico, che fino a pochi anni fa era inimmaginabile, che solo menti visionarie e superiori possono aver concepito. Uno strumento che unisce, avvicina, collega. Uno strumento che può davvero traghettare l’umanità verso un mondo nuovo.

 L'uomo nuovo ha i tratti del nomade: leggero, libero, ospitale, vigile, connesso e fraterno.
J. Attali

lunedì 25 luglio 2011

Ricordi

Entro in un negozio, abbigliamento per ragazzine. Età media, a occhio, 15 anni.
Non credo alle mie orecchie. Dallo stereo esce a tutto volume una canzone dei Joy Division, gruppo post-punk anni '80, che ha fatto da colonna sonora a un lungo periodo della mia vita, e che non ascoltavo da circa 25 anni. Vengo inondata dai ricordi.
Con crescente incredulità mi accorgo che è l'intero disco. Già allora non li passavano per radio, figurarsi adesso. Chiedo alla commessa se la musica la sceglie lei. No, risponde, con uno sguardo che dice "a me 'sta roba fa schifo ma mi tocca sopportarla". Mi complimento per la scelta ed esco.
Il film di quegli anni scorre. Sembra siano passati millenni.
Sorrido con affetto e comprensione alla ragazzina che ero, e al suo lungo e faticoso processo di maturazione. Accolgo volentieri, con un certo sollievo, e anche un po' di soddisfazione, la donna che oggi sono. 

La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda, e come la si ricorda per raccontarla. Gabriel Garcia Marquez

giovedì 21 luglio 2011

Pioggia d'estate

Sono in bicicletta, piuttosto lontana da casa.
Inizia a piovere, e non ho l'ombrello, ne' un cappello o una giacca.
Per alcuni momenti recrimino interiormente: contro il clima, le mezze stagioni, i metereologi, la vita, il destino...
Poi mi accorgo che la pioggia è leggera, e mi permette di andare comunque.
E allora scopro un'incredibile sensazione di libertà e di leggerezza.
Mi accorgo che posso lasciare che la pioggia mi bagni. Che posso accettare quello che succede, e che questo porta con sé semplicità, bellezza, e un piacere inaspettato.
Passiamo la vita a pre-occuparci, a prevenire gl'imprevisti, a proteggerci, a organizzarci.
Salvo che così facendo ci dimentichiamo di vivere.

Immortale è chi accetta l'istante. C. Pavese

venerdì 15 luglio 2011

Montagna sacra

Alcune meraviglie della natura hanno su di me un effetto sconvolgente.
Le Dolomiti, in particolare le Pale di San Martino, sono certamente fra queste.
C'è un punto sulla statale,
a Passo Rolle, in cui dopo una curva la visuale si apre ed Esse appaiono.
Come sorte dal nulla, o emerse dai boschi.
Talmente maestose e potenti, cosí brulle e affilate, che ogni volta provo un tuffo al cuore e resto tramortita, senza fiato.
Mi vorrei inginocchiare davanti a tanta bellezza, e l'unico pensiero che mi attraversa è: Dio - qualunque sia la forma che gli attribuiamo - esiste.


Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.   Bernardo Di Chiaravalle

venerdì 8 luglio 2011

Coincidenze

A cena con alcune amiche care.
Una bella serata,
una leggera brezza,
chiacchieriamo in libertà.
I discorsi virano sul nostalgico.
Parliamo dei nostri vent'anni,
di quando non ci conoscevamo ancora.
Una racconta che tanti anni fa
lesse su una rivista la lettera di una ragazza che descriveva esperienze simili alle sue
in modo così vero e sentito che la mia amica ritagliò quello scritto e lo conservò per anni.
Dunque?
Dunque, l'autrice di quella lettera ero io. Avevo scritto a quella rivista in risposta a un concorso, e ho avuto la fortuna di essere pubblicata.
Incredibile pensare che quella stessa persona seduta al mio tavolo abbia letto il mio scritto nei primi anni '90, ne sia rimasta tanto colpita, e sia poi diventata una delle mie migliori amiche senza sapere che già vent’anni fa eravamo misteriosamente connesse.
La vita è davvero sorprendente. Esiste una risonanza sottile fra le persone, e a volte il copione del film è talmente straordinario da superare ogni immaginazione. A volte gli incontri seguono trame misteriose ma inevitabili.
A volte pare davvero di vedere la meravigliosa interconnessione del tutto.

Il sentimento religioso provocato dalla comprensione delle profonde interrelazioni della realtà è, più propriamente, un sentimento di venerazione per il disegno che si manifesta nell'universo materiale. A. Einstein

lunedì 4 luglio 2011

Vita che pulsa

Ho assistito all’esibizione di un gruppo di danzatori africani.

Si tende a pensare al sacro come silenzio, quiete, meditazione, raccoglimento. Ma il sacro non è solo questo. E’ anche danza, estasi, esplosione di vita e colori e suoni e gioia, “festosità perenne ed energia infinita”. Sacro è celebrare e cantare la vita in tutti i suoi aspetti. Questo è ciò che quei danzatori mi hanno trasmesso.
Lascio parlare questa poesia:

Voglio sapere se sai vivere con la gioia, la mia o la tua,
se sei capace di danzare con frenesia e farti colmare dall`estasi,
da cima a fondo, senza pensare di tornare in te, di stare con i piedi per terra,
senza ricordare i limiti degli essere umani.

Voglio sapere se puoi vivere con il fallimento, il tuo e il mio,
e riuscire tuttavia, fermo sul bordo del lago,
a gridare al plenilunio d'argento il tuo: "Sì".
Non mi interessa sapere chi sei o come sei giunto fin qui.
Voglio sapere se resterai con me
nel centro del fuoco senza tirarti indietro.
Oriah Mountain Dreamer