martedì 29 novembre 2011

Fiducia

"A volte, proprio nel momento in cui tutto ci sembra perduto, giunge il messaggio che ci può salvare: abbiamo bussato a porte che davano sul nulla: e nella sola per cui si può entrare, e che avremmo cercato invano cent'anni, urtiamo inavvertitamente, ed essa s'apre..." 

M. Proust

venerdì 25 novembre 2011

Passato e futuro

Osservo Merlino crogiolarsi al sole tiepido, scaldarsi e cambiare posizione per inseguire i raggi.
Ogni tanto mi guarda con gli occhi socchiusi e mi sussurra un flebile miao, come a condividere la perfezione del momento.
Come se mi ricordasse che il passato non esiste, il futuro non esiste.
Esiste solo questa luminosa mattina di novembre di cui cogliere la pienezza.
Si, Merlino vive totalmente nel qui e ora.
Come un vero saggio illuminato.

Questo momento è tutto ciò che c'è.  J. Rumi

mercoledì 23 novembre 2011

Il potere del canto

E' una sera fredda e nebbiosa.
Passeggio in un quartiere sconosciuto.
Sento un coro cantare, inseguo la musica e arrivo a una chiesa. Entro, è in corso la Messa. Il canto corale è meraviglioso, almeno alle mie orecchie profane, ma non si vede nessuno cantare e penso sia una registrazione.
Resto incantata per un po', poi mi addentro nella chiesa.
Ed ecco che, seminascoste in una cappelletta, le vedo: un gruppetto sparuto di anziane parrocchiane, con abiti dimessi, sta cantando accompagnato da un organista altrettanto anziano e dimesso. Ho un moto irresistibile di tenerezza e ammirazione verso queste persone che, nonostante l'età e i visibili acciacchi, dedicano tempo ed energie al coro, e sono in grado di trasmettere emozioni e calore.
Dentro di me le ringrazio e le benedico. Mi auguro davvero di poter mantenere un tale entusiasmo ed una tale freschezza.
Esco dalla chiesa col cuore più leggero e un sorriso sulle labbra.

Chi canta prega due volte. S.Agostino

lunedì 21 novembre 2011

Donne straordinarie: Irena Sendler

Mi hanno parlato di Irena Sendler, una figura eroica poco conosciuta che merita di essere ricordata.
Assistente sociale polacca, durante la seconda guerra mondiale Irena ottenne il permesso di lavorare nel ghetto di Varsavia, e portò in salvo migliaia di bambini nascondendoli dentro l’ambulanza, oppure spacciandosi per un tecnico idraulico e nascondendoli nel fondo della sua cassetta degli attrezzi, o escogitando mille stratagemmi diversi. Fuori dal ghetto, Irena forniva ai bambini dei falsi documenti e trovava loro rifugio presso famiglie fidate. Riuscì a salvare circa 2500 tra bambini e neonati.
Fu scoperta dai nazisti, arrestata e torturata tanto da rimanere invalida. Venne poi liberata dalla resistenza polacca, e rimase nell’anonimato fino alla fine della guerra, continuando però a organizzare il salvataggio dei bambini ebrei.
Irena teneva un registro dei nomi di tutti i bimbi che aveva portato fuori dal ghetto, conservandolo in barattoli di vetro sepolti sotto un albero.
Dopo la guerra, cercò di rintracciare i genitori sopravvissuti per riunire le famiglie, e continuò a prendersi cura dei ragazzi rimasti orfani, opera che continuò fino alla sua morte nel 2008.
Irena fu riconosciuta come una dei Giusti tra le nazioni, e proposta per il Premio Nobel della Pace.
A volte, possiamo davvero essere fieri di appartenere al genere umano.

Chi salva una vita, salva il mondo intero.

venerdì 18 novembre 2011

La ricerca della felicità

Narra una parabola che quando moriremo e ci troveremo al cospetto di Dio, egli non ci chiederà quante preghiere abbiamo recitato, quante buone azioni abbiamo fatto, né quanti soldi abbiamo guadagnato.  
La sua unica domanda sarà: “sei stato felice?”.

La ricerca della felicità è il motivo della nostra esistenza. Ogni volta che siamo felici siamo più vicini a noi stessi, alla nostra natura profonda. Siamo più vicini ad una vita piena e vera. In altri termini, siamo più vicini allo Spirito, qualunque sia la forma che questo assume per noi.
Questo è il nostro compito esistenziale. Questa è la sola, vera responsabilità che abbiamo. Ed è totalmente nostra. In quanto adulti, siamo responsabili di noi stessi e della nostra vita. Nessuno è responsabile della nostra felicità, e noi non siamo responsabili della felicità di nessun altro.
Cercare la propria felicità naturalmente non significa saltare allegramente da una festa all’altra rifiutando gli oneri della vita. Si può essere felici anche in mezzo alla sofferenza: e un esempio illustre ne è Madre Teresa di Calcutta.
Cercare la propria felicità significa vivere appieno e onorare la propria vita; significa smettere di accusare il destino, Dio, il governo o qualunque persona per la propria infelicità; significa assumersi la responsabilità di se stessi, compiere scelte coraggiose, ed essere disposti a pagarne il prezzo. Significa lasciare agli altri la stessa libertà.    
Solo così possiamo, forse, avvicinarci alla Felicità.

Ho commesso il peggiore dei peccati che possa commettere un uomo: non sono stato felice. J.L. Borges

giovedì 17 novembre 2011

Non sono tutti uguali

Il capotreno è fermo e gentile.
Dà tutte le informazioni con un sorriso.
Rimbrotta severamente ma con gentilezza il ragazzo senza biglietto.
Riesce a fare sorridere la donna indignata per le condizioni del treno.
Si adopera affinchè la ragazza incinta trovi un posto comodo.
Spiega pazientemente al passeggero anziano come prendere la coincidenza.
Su un treno regionale malmesso che spesso scatena frustrazioni e litigi, questo capotreno è davvero un balsamo benefico.

Ogni generalizzazione è pericolosa, inclusa questa. A. Dumas

lunedì 14 novembre 2011

Incontri

Certi incontri ci cambiano.
Ci sono persone che entrano nella nostra vita, a volte solo per un momento, e anche senza saperlo ne modificano la direzione. 
A volte basta una parola, una frase, un gesto. Proprio quello, in quel preciso momento, ha l'effetto di un detonatore, fa nascere qualcosa che era appena sotto la superficie e ora viene alla luce. Da quel momento, nulla sarà più come prima.  
Altre volte una persona, con la sua presenza, ha la capacità di attivare dentro di noi qualcosa che nemmeno sapevamo ci fosse. E allora ci scopriamo diversi. Ci vediamo con occhi nuovi. Scorgiamo in noi qualità e potenzialità che, solo qualche momento prima, non credevamo di avere.
Altre volte, qualcuno riesce inaspettatamente ad aprirci la mente o il cuore, a mostrarci le cose da una prospettiva differente, ad allargare i nostri confini. A farci toccare un mondo nuovo. E quando succede, ci chiediamo come facevamo, prima, a stare in una stanza così stretta.
A volte, qualcuno riesce a tradurre in parole qualcosa che abbiamo confusamente avuto dentro per tanto tempo, e finalmente questa cosa viene detta, diventa vera, e ci fa esclamare "si, è proprio così, l'ho sempre saputo ma non avevo le parole per dirlo".
Ogni persona può farci da maestro. 
Sono grata a tutti coloro che mi hanno cambiato. E a tutti coloro che ho contribuito a cambiare.

Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime ancora prima che i corpi si vedano. P. Coelho

mercoledì 9 novembre 2011

Fortuna, sfortuna, chi può dirlo...

Un’antica storia cinese racconta di un vecchio contadino al quale una mattina fuggì il cavallo che adoperava nel lavoro dei campi.
Alla notizia i vicini di casa si recarono subito dal contadino per manifestargli la loro vicinanza in questo momento di grande sfortuna per lui.
Sfortuna, fortuna, e chi può dirlo?“, si limitò a dir loro il vecchio contadino.
Il giorno seguente, il cavallo fece ritorno; aveva trascorso la notte sulla montagna e, tornando a valle, era stato seguito da una mandria di cavalli selvatici.
Quando i vicini vennero a saperlo, subito corsero dal vecchio per congratularsi con lui della straordinaria fortuna che gli era capitata.
Fortuna, sfortuna, e chi può dirlo?“, sentenziò nuovamente il contadino.
Fu così che quello stesso giorno il figlio del contadino decise di domare il più forte dei cavalli selvaggi. Ma mentre lo cavalcava, il cavallo selvaggio lo disarcionò, facendolo cadere violentemente a terra, tanto che si ruppe una gamba.
Ancora una volta la gente del villaggio corse a casa del contadino per piangere insieme a lui l’evidente disgrazia che su di lui si era abbattuta. Ma ancora un volta il vecchio non si scompose più di tanto e si limitò a sentenziare: “Sfortuna, fortuna, e chi può dirlo?
Avvenne infatti che in Cina scoppiò la guerra e che i capi dell’esercito, che giravano per reclutare soldati, vedendo il figlio del contadino con una gamba rotta non lo arruolarono...
La storia potrebbe continuare all'infinito.
Non fermiamoci all'apparenza. Gli eventi hanno in sè significati e conseguenze molto più ampi di ciò che possiamo vedere. Occorre il coraggio di affidarsi alla corrente, e di cogliere le opportunità che ci si presentano. La vita sa dove andare, e la sua saggezza è molto maggiore della nostra.

Nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo.
Dalai Lama

lunedì 7 novembre 2011

Piaceri d'autunno

-A cena fuori, scelgo la mousse di castagne con crema di cachi. Un tripudio.

- Provo un nuovo gusto di gelato artigianale: meringata ai marron glacé. E' talmente buono che quasi mi commuovo.

- Davanti alla stazione c'è un venditore di caldarroste. Il profumo arriva a distanza. Non resisto. Sono squisite, croccanti e saporite. Il sorriso gentile del venditore le rende ancora migliori.

Assaporando i piccoli piaceri della vita ci avviciniamo alla felicità.

Ho il culto delle gioie semplici. Esse sono l'ultimo rifugio di uno spirito complesso. O. Wilde

giovedì 3 novembre 2011

Al di là del ponte

C’era una volta, in un paese lontano, un viandante che da sempre cercava il tesoro che una notte gli era apparso in sogno.
Un giorno, sente parlare di uno sciamano che risponde a tutte le domande.
Pieno di speranza si mette in cammino, arriva al cospetto dello sciamano e gli chiede dove si trova il tesoro.
Lo sciamano risponde: “Prosegui lungo quel sentiero, attraversa il ponte, e subito dopo il ponte troverai il tesoro che cerchi".
Il viandante, entusiasta, si rimette in cammino, arriva al ponte, ma proprio mentre sta per attraversarlo viene assalito da una banda di briganti.
Lo picchiano, lo derubano, lo spaventano. Il viandante torna indietro.
Passato qualche giorno, ripreso dalle ferite, il viandante decide di riprovare.
Ma ecco che di nuovo i briganti lo assalgono, lo minacciano, gli impediscono di passare.
Il viandante torna sui suoi passi, ferito, acciaccato e spaventato, e decide di rinunciare.
Sulla via del ritorno, si trova di nuovo davanti allo sciamano.
Arrabbiato e frustrato, sbotta "Ma come, mi avevi detto che avrei trovato il tesoro, ma ho trovato solo dolore e sofferenza".
Lo sciamano risponde "Tu sei tornato indietro. Ma il tesoro è là. Appena oltre la batosta".

Il dolore è il gran maestro degli uomini. Sotto il suo soffio si sviluppano le anime.
M. von Ebner-Eschenbach

martedì 1 novembre 2011

Il cane e la bambina

Passeggiata in centro. I portici sono affollati.
La mia nipotina di 3 anni passeggia per mano con la mamma, eccitata dalla frenesia della mattina.
Una coppia viene verso di noi. Conduce al guinzaglio un labrador nero.
Tutto succede in un lampo.
La bimba e il cane si guardano e si buttano uno addosso all’altra.
Il cane stampa una leccata sul viso della bimba. La bimba contraccambia con un bacio.
Appena il tempo di capire cosa succede, di accettare le scuse dei proprietari del cane, e ci accorgiamo che il cane è in realtà una femmina e sulla targhetta ha lo stesso nome della bimba.
Si chiama come lei.
La curiosa coincidenza ci stupisce e ci fa sorridere.
Loro in realtà, ne sono convinta, si sono riconosciute.

Le anime pure sanno riconoscersi tra loro anche nei sentieri più oscuri della vita. M. De Angelis