lunedì 25 novembre 2013

Un tuffo nel passato

Nel sobborgo vicino alla città il tempo si è fermato.
La trattoria familiare con ottimi piatti tipici ha un arredo originale anni '70 che farebbe la gioia degli amanti del vintage, e offre porzioni generose che sfidano il minimalismo e gli "impiattamenti" sofisticati.
Poco lontano la pasticceria, con qualche polverosa scatola di cioccolatini in vetrina, è unica nel suo genere. Resiste da cinquant'anni a qualunque tentativo di ammodernamento. I tavolini sono ricoperti da tovaglie di plastica a fiori, una distesa di brioches di dimensioni spropositate è a disposizione dei clienti, e gli abituée, in gran parte anziani, possono mettersele da soli in un sacchetto da asporto per la colazione della domenica mattina. Ma il pezzo forte è lei, la pasticcera, Nonna Gina la chiamano. Ha la forma di una delle sue brioches, zoppica un po' ma non si ferma un momento, ha l'aria spiccia e decisa di chi ne ha viste tante, non si fa incantare, e al primo sguardo inquadra chi ha davanti.
In questi luoghi mi sento a casa. Qui l'immagine è nulla, ma la qualità è buona, l'atmosfera rassicurante. Un senso di continuità e stabilità mi pervade, e il sorriso di nonna Gina fa il resto.

Saper rivivere con piacere il passato è vivere due volte. Marziale

Nessun commento:

Posta un commento