lunedì 27 settembre 2010

Di cosa parlano le ragazze

Un gruppo di ragazzine sui 12-13 anni chiacchiera a gran voce. Argomento: i ragazzi.
Compagni di scuola, amici, attori, cantanti, tutti vengono esaminati e commentati fra risatine, imbarazzi e sbruffonate. Sorrido pensando che certe cose non cambiano mai.
Improvvisamente, invece, mi accorgo che qualcosa è cambiato.
I ragazzi si chiamano Matteo o Davide, Robert (Pattinson) o Michael (Jackson), Mohammed o Wang, e mai una volta sento un commento sul colore della pelle o sulla razza. Per le ragazzine queste sono "solo" persone, che piacciono, oppure no, per motivi che non hanno a che vedere con un pregiudizio razziale. Per queste ragazzine, una società multietnica e multirazziale è normale. Qualcosa è cambiato davvero.

Vivere nel mondo di oggi ed essere contro l'uguaglianza per motivi di razza o colore è come vivere in Alaska ed essere contro la neve. William Faulkner

giovedì 23 settembre 2010

Verso un mondo senza fame

Una notizia di questi giorni.
La Fao, nella sua relazione sulla fame del mondo, dichiara che il numero degli affamati nel mondo è sceso sotto il miliardo di persone.  E’ ancora inaccettabilmente alto, ma mi pare importante segnalare l’inversione di tendenza in atto.
Il processo è lento e pieno di ostacoli. Tuttavia, alcuni Stati si stanno avvicinando agli Obiettivi del Millennio stabiliti 10 anni fa (fra cui dimezzare la popolazione sottonutrita entro il 2015), ad esempio Brasile, Cina, Ghana, Malawi e Vietnam hanno dato un drastico taglio agli indici di povertà.  Il Brasile ha ridotto il numero di persone che vivevano in condizioni di povertà estrema da 21 milioni del 2003 a 9 milioni nel 2008; il Ghana ha ridotto i livelli di povertà del 75% tra il 1990 e il 2004.
Questo dimostra che è possibile farlo. Un buon motivo per agire ancora di più in quel senso. E’ possibile, bisogna farlo.

Ogni morte d'uomo mi diminuisce, perché io partecipo all'umanità.  John Donne

mercoledì 15 settembre 2010

La bimba perduta (e ritrovata)

Sono in fila alla cassa del supermercato. L'attesa è lunga, la gente sbuffa; tutti impazienti, di fretta.
Improvvisamente succede qualcosa. La donna che sta pagando si accorge che la sua bimba di due anni non è più vicino a lei.
Tutto si ferma. Le persone che fino a un momento prima erano immerse nei loro pensieri, nei problemi del quotidiano, ora sono allineate su un unico obiettivo: ritrovare la bimba. Per un momento, tutti escono dal guscio del proprio egocentrismo e si adoperano per
una priorità comune. Qualcuno la va a cercare, un ragazzo avvisa la sicurezza, una coppia di anziani controlla che non sia uscita in strada, qualcuno sta vicino alla madre angosciata. Un’immediata, istintiva solidarietà e collaborazione. Le piccole/grandi preoccupazioni individuali passano in secondo piano. Per un momento, d’istinto, si crea una comunità di esseri umani che cooperano per un intento condiviso.
La bimba  viene ritrovata poco dopo, si  era messa a giocare fra gli scaffali. La mamma rinasce.
Con una sorta di sollievo collettivo, e con una maggiore leggerezza nel cuore, ognuno ritorna al suo carrello, alla sua fila, alla sua giornata.

Ciò che accade a un altro accade a te stesso. Oscar Wilde

giovedì 9 settembre 2010

In ospedale/2

Sono in sala d'attesa.
Poco lontano è seduta una donna anziana, visibilmente spaventata e preoccupata.
Le si avvicina una giovane infermiera, le chiede con gentilezza come si sente, la donna racconta il suo malessere.
L'infermiera ascolta pazientemente, quindi le mette una mano sulla spalla e le dice "anche mia mamma ha avuto lo stesso malessere qualche notte fa, poi è passato tutto, ora sta bene".
La donna si è calmata. Sorride. L'infermiera gentile si allontana. Sono bastate poche parole, un momento di ascolto, un contatto umano.


All you need is love

Quando il sistema funziona. In ospedale/1

Domenica mattina ore 7,40. Telefono al 118.
Dopo nemmeno 15 minuti arriva l'ambulanza, dopo 25 siamo in ospedale.
Eseguono esami e controlli vari. E' necessaria una visita specialistica in un altro ospedale della provincia. Un volontario della Croce Verde, paziente e rassicurante, ci porta con l'auto, ci aspetta e poi ci riaccompagna.
Dopo alcune ore, visti gli esiti favorevoli, possiamo tornare a casa; nulla di grave, per fortuna.
Penso al privilegio di poter contare su un soccorso che arriva, su medici preparati, su infermieri e volontari disponibili ed efficienti; su un ospedale pulito ed organizzato; su strumenti diagnostici all'avanguardia.
Certo, non è "perfetto", e non voglio negare che il Servizio Sanitario è a volte causa di tragedie. Non è perfetto. Ma già così, è utopia per la maggior parte degli abitanti di questo pianeta. E lo sarebbe stato anche per i nostri nonni.
Non dimentichiamo mai che, nonostante tutto, siamo davvero dei privilegiati.

sabato 4 settembre 2010

"Ho visto un posto che mi piace e si chiama Mondo"

Recentemente ho visitato a Londra il Museum of Natural History, museo di scienze naturali.
L'esposizione è maestosa, le sale grandiose.

E' un viaggio nella meraviglia del mondo che ci circonda, con i suoi infiniti tesori, i suoi misteri, la stupefacente varietà della natura: cristalli così sottili da sembrare piumini da cipria, legno fossile così antico da sembrare marmo, animali giganteschi, dalla balena azzurra ai dinosauri, la nascita della vita nel ventre materno, gli inganni della percezione, il processo dell'evoluzione, l'infinito cosmo lontano...

Ho vagato con gli occhi pieni di meraviglia per la bellezza sfacciata del mondo che ci circonda, per i suoi doni che lì riuniti, tutti assieme, si evidenziano nel loro splendore. Ho ammirato la capacità d'insegnare, istruire, informare in modo stimolante, interattivo, divertente.

Ho visto bambini e adulti esplorare i misteri del corpo umano, trasalire davanti ad un T-Rex "vivo", sussultare nel simulatore di terremoti,  estasiarsi davanti alla infinita varietà di mammiferi, insetti, piante, fiori, minerali; intenerirsi davanti ai cuccioli, stupirsi per la vastità dell'universo e le profondità dell'oceano, per la potenza dei vulcani e per le forze che animano il nostro pianeta.

Mi sono commossa vedendo quanta attenzione è dedicata al rispetto per l'ambiente, all'uso consapevole delle risorse naturali, con l'obiettivo dichiarato che l'essere umano diventi "da conquistatore e sfruttatore a guardiano e gestore".

I bambini - e gli adulti - che hanno la fortuna di poter visitare questo museo guarderanno forse alla Madre Terra con maggione attenzione, maggiore rispetto, e un pizzico di consapevolezza in più.


La vita non è che la continua meraviglia di esistere.  R. Tagore

mercoledì 1 settembre 2010

C'era un ragazzo che come me...

Alla fermata dell’autobus c’è un ragazzo come tanti. Sta inviando messaggini col cellulare. Lo scambio dev' essere divertente, perché a ogni sms che riceve la bocca gli si allarga in un grande sorriso, e fa qualche risatina tra sé e sé.

Un ragazzo come tanti.

Il fatto che abbia una lunga barba nera, un copricapo tradizionale e una tunica lunga fino ai piedi, il fatto che sia un musulmano ortodosso, è irrilevante.

Pregiudizi e intolleranza sbiadiscono davanti alla sua natura essenziale di giovane ragazzo.

Dalla tunica spuntano le Nike. Un ragazzo come tanti. Un essere umano, innanzitutto.


Di notte tutti i gatti sono grigi.   Proverbio inglese