venerdì 16 novembre 2012

La felicità dalla A alla Z / 3

GIOCARE
A carte o a tombola, con il pallone o in piscina, con le foglie secche o sull’altalena. L’importante è farlo, non guardare altri che giocano. 
Il gioco riattiva il piacere, risveglia parti di noi sopite, accende emozioni e sensazioni preziose.
Se poi si fa in compagnia, e senza voler vincere a tutti i costi ma solo per il gusto di farlo, allora è un vero toccasana, i cui effetti si prolungano nel tempo.

HO TUTTO CIÒ CHE MI SERVE
Uno dei modi più diffusi ed efficaci per essere infelici è dare rilievo a ciò che vorremmo e non c'è, invece che apprezzare ciò che già abbiamo. Ritenere che senza "quello" non potremo mai essere felici è una trappola in cui ci mettiamo spesso. In realtà, manca sempre qualcosa. E se aspettiamo che tutto sia "perfetto" la felicità continuerà a sfuggirci. 
Questo, ovviamente, non significa rassegnarsi alla mediocrità. Possiamo sempre operare cambiamenti per cercare di migliorare la nostra vita. Ma sapendo che già ora possiamo scegliere di essere felici: "Felicità non è avere ciò che si vuole ma volere ciò che si ha".

INNOCENZA
Mantenere sul mondo, sugli eventi e sulle persone lo sguardo dei bambini, che non hanno schemi precostituiti e per i quali tutto è nuovo, tutto è stupefacente, tutto è meraviglioso.  Poche cose soffocano la felicità come il dare tutto per scontato, il credere di sapere già come andrà, il dirsi "tanto sarà così". La vita è molto più creativa di noi, e ci può sorprendere in ogni momento. Restare aperti e ricettivi, lasciarsi stupire, coltivare il contatto con tutto ciò che alimenta la purezza dell’infanzia è una ricetta di felicità.

Ogni felicità è una forma di innocenza. M.Yourcenar

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