E' diffusa l’idea
che la felicità non è possibile dove c’è povertà. Eppure il Bhutan ci offre una grande lezione.
Il 2 aprile questo piccolissimo e certamente non ricco stato himalaiano ha ospitato alle Nazioni Unite un incontro sulla felicità. Secondo un rapporto
pubblicato dalla Columbia University, le nazioni ricche hanno molto da imparare
dal Bhutan, che è ammirato non per il prodotto interno lordo ma per l’indice di
felicità nazionale.
Non si può negare che gli standard di vita siano importanti. Gli autori
della relazione sostengono che le nazioni più felici sono nel Nord Europa:
Danimarca, Finlandia, Norvegia, Paesi Bassi. Si tratta di nazioni ricche: ma non è
questo il motivo della felicità della popolazione. Libertà politica, una forte rete
sociale e assenza di corruzione sono molto più importanti.
Non è solo la povertà, dicono, che spiega la
predominanza delle nazioni sub-sahariane in fondo alla classifica, ad esempio Togo,
Benin e Sierra Leone.
Alcuni dei fattori che ci rendono felici sono
inevitabilmente collegati ad una economia forte: gli standard di vita e la
sicurezza dell'impiego sono importanti. Ma, sostengono gli autori, oltre ad un
certo punto, quando le persone hanno cibo a sufficienza, un tetto sulla testa,
e un lavoro stabile con buone relazioni con i colleghi, i fattori che entrano
in gioco sono altri.
L’indice del Bhutan misura salute, benessere
psicologico, uso del tempo, cultura, buon governo, vitalità della comunità,
ecologia e standard di vita. In occidente, per esempio nel Regno Unito, si sta appena iniziando a misurare la felicità della popolazione, e ci sono ampie discussioni in corso per decidere quali domande
bisognerebbe fare alle persone. Chiaramente il Bhutan ci può insegnare molto.
L'essere contenti è una ricchezza naturale, il lusso è una povertà artificiale. Socrate
Bel post, bella riflessione sulla felicità dei popoli.
RispondiEliminaLe ricchezze, le materie prime, l'energia che dispone questo pianeta sono immensamente grandi per l'intero globo, purtroppo l'avidità, il potere, di tutti gli Stati per sopraffare la nazione a fianco, (la storia ci dovrebbe insegnare qualcosa, in Europa qualcosa si è capito un pò ad esempio sulle guerre) non ci permette ancora di raggiungere quel benessere, quell'equilibrio che è così semplice da vedere ad esempio in un piccolo paese dell'Himalaya come il Buthan.
Libertà politica, un tessuto sociale diffuso come ad esempio aiutarsi a vicenda senza gelosie ed invidie, un tetto sulla testa e da mangiare ogni giorno... perchè ci si deve arricchire più di quello che si deve, creando diseguaglianze inutili? E' il sistema capitalistico-consumistico che ci viene imposto dall'alto che ci frega e ci crea infelicità. Essere quello che i modelli televisivi o cinematografici o giornalistici ci vogliono imporre a vantaggio di pochi che si arricchiscono.
E' vero quello che dici, mi viene da rispondere con una frase di Pablo Neruda: "Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera"...
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